Contro l'Europa by Ida Magli

Contro l'Europa by Ida Magli

autore:Ida Magli [Magli, Ida]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bompiani
pubblicato: 2019-04-29T22:00:00+00:00


3. L’Europa all’italiana

Da questo punto di vista il comportamento dello Stato italiano è addirittura paradossale. I politici lavorano come se il Trattato di Maastricht non fosse stato firmato (per l’Italia dal ministro socialista Gianni de Michelis), o come se ritenessero che l’Unione non si realizzerà mai. Per quanto riguarda l’istruzione, per esempio, il nostro ministro sforna riforme in continuazione ed è difficile capirne gli scopi visto che l’Unione obbliga gli Stati membri ad “armonizzare” (termine ben noto agli italiani nel suo significato di rendere uguali) le proprie istituzioni e, come abbiamo visto, a seguire indirizzi comuni. Di nuovo ci si domanda: cosa sono questi indirizzi? Oppure i vari ministri dell’istruzione si sono già messi d’accordo e, con la solita tecnica, ce ne tengono all’oscuro? Lo stesso interrogativo si pone nei confronti della tanto chiacchierata Bicamerale. Quali sono le istituzioni che sono state “armonizzate” con l’Europa? Gli italiani non lo sanno. Anzi, si sente dire che è stato inventato un presidenzialismo “all’italiana” (a parte l’accezione comico-spregiativa che ha assunto da tempo il termine “all’italiana”) e ci si comunica che noi siamo adesso possessori di qualcosa che è diverso da tutto quello che in questo campo esiste nel mondo. Sembrerebbe che i politici abbiano preso la decisione di attenersi ad una Unione “intergovernativa” fra Stati (quella che all’inizio sia la Francia che l’Inghilterra nel loro empirico buon senso avrebbero voluto) piuttosto che alla centralizzazione di un governo sovranazionale che è la grande invenzione (unica – ci dicono) dell’Unione Europea. Che fare del “federalismo”, che pure è stato progettato nella Bicamerale? Maastricht prevede che l’istruzione, la cultura, la sanità, l’ordine pubblico, l’ambiente, la ricerca, la giustizia (senza tener conto della parte più tecnica di cui tanto si parla come la moneta, il mercato, i bilanci, la Banca Europea) siano “armonizzati” fra tutti gli Stati membri e diretti dal governo europeo, per cui, di fatto, dello Stato nazionale rimarrà soltanto uno scheletro formale. Dobbiamo supporre, dunque, in base all’organizzazione che la Bicamerale ha tratteggiato per le Regioni-Repubbliche, un rapporto diretto fra il governo europeo con i suoi indirizzi comuni e i governi di Puglia, di Calabria, di Toscana e così via cui la Bicamerale ha delegato le stesse materie degli “indirizzi comuni”. Si dirà che anche la Germania, o la Francia o il Belgio sono divisi in una federazione al loro interno, ma sarebbe bene non giocare con le parole. Gli staterelli previsti dalla Bicamerale fanno il paio con il “Camerino” aggiunto, anch’esso all’italiana, alle due Camere, e sono a tutt’oggi invenzioni sulla carta, il cui funzionamento effettivo nessuno è in grado di immaginare se non con un grande sforzo di ottimistica fantasia.

Una delle conseguenze più immediate del Centralismo europeo sarà l’aumento macroscopico della rigidità di tutte le strutture sociali, economiche, politiche, e della loro gestione burocratica. Come ha detto in un articolo sull’Economist, con estrema chiarezza e con una competenza che nessuno gli contesta Helmut Schlesinger: “Un’area con una moneta unica e tassi di cambio uguali, esige un più stretto coordinamento delle politiche macroeconomiche.



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